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Nel cuore della Maremma, su una spettacolare altura che svetta tra le colline toscane, nel Comune di Cinigiano,sorge il Monastero di Siloe ,un'architettura semplice e "silenziosa" sembra essere nata dallo stesso paesaggio che la circonda: il Monastero benedettino della Comunità di Siloe è stato realizzato su progetto di Edoardo Milesi, guardando da una parte ai dettami della Regola, dall'altra all'ambiente naturale in un rapporto di dialogo e rispetto.
Legno, pietra, rame, ferro e vetro disegnano una geometria essenziale che, pur non concedendo nulla al superfluo, sa emozionare e comunicare.
Nato grazie alla donazione di una vedova, che ha messo a disposizione dei monaci la collina regalatale dal marito, il monastero è il primo della diocesi di Grosseto.






La sua costruzione è iniziata nel 2001, con il riadattamento di un ovile, unica struttura esistente sulla collina; successivamente è stata inaugurata la cappella della luce, interrata nell'uliveto, per poi lavorare all'ala est dell'edificio. L'impianto è quello dei monasteri cistercensi, con un chiostro quadrato intorno al quale si sviluppano la sala capitolare, il parlatoio, la cucina e il refettorio, le celle e le stanze per gli ospiti, una sala conferenze, la biblioteca e la chiesa monastica.

La scelta dell'architetto Milesi è stata quella di creare un'architettura minimalista, una geometria lineare e squadrata, ma con grandi giochi di luce, interpretando il gusto medievale per la perfezione, più che per la ricerca di una bellezza vistosa.

Tutto, in questo progetto, è stato ideato "ascoltando" il luogo, accompagnando una trasformazione in cui la mano dell'uomo si fa quasi "invisibile".




L'ingresso alla Cappella della Luce è segnato dai due muri di pietra dell'antico ovile; il campanile è in legno grezzo, mentre l'altare all'interno del Monastero è in pietra dell'Amiata; un foro, nel soffitto, lascia spazio alla luce, insieme ad altre due aperture sulle pareti. Filo conduttore: l'armonia, che si riflette sia nelle scelte propriamente architettoniche, sia nella selezione dei materiali, in un continuo confronto con la natura, che si fa dialogo e mimesi.
Anche l'articolazione dei volumi segue l'andamento del terreno, delle sue discontinuità e dei salti di quota. In quest'ottica si inserisce anche la scelta delle pietre high-tech di Ariostea, rispettivamente Ardesia Bordeaux per l'interno e Cardoso bocciardato per gli esterni. La variabilità cromatica dell'Ardesia, con tonalità bordeaux e venature tra il marrone e il grigio, crea un effetto caldo e in equilibrio con i colori e la matericità del paesaggio circostante.
All'esterno prevale, invece, il grigio del Cardoso, la cui superficie bocciardata si integra perfettamente nel contesto.
Criteri di bioedilizia hanno orientato anche la scelta di particolari soluzioni per il risparmio energetico: non solo la parete ventilata, ma anche i solai in legno e la copertura in zinco-titanio. A conservare l'equilibrio del luogo sono inoltre un impianto eolico e uno di fitodepurazione per l'utilizzo dell'acqua del pozzo.
Il risultato è un'architettura di grande fascino, che sembra suggerire un incontro possibile tra l'uomo e la natura.



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